Curiosità

La Prostituzione e l’etica in Italia

Una cosa che incredibilmente sembra mettere d’accordo i politici che ogni giorno si scornano su tantissimi argomenti è quello di cercare di effettuare una rivoluzione sotto il punto di vista sessuale.

questo argomento non è trattato soltanto dal Cavalier Berlusconi o da Salvini ma anche altri politici si sono impossessati dell’argomento, è già da parecchio tempo che Salvini propone una riapertura delle case chiuse.

Questa aria di rinnovamento è palese, la si può respirare e la difesa di Tarantini al processo escort già nel dicembre scorso tendeva a favorire il lavoro “volontario” di una escort come è successo per le ragazze che partecipavano alle feste nella residenza dell’ex Premier Berlusconi.

Non si inquadra il fatto come un favoreggiamento alla prostituzione ma come un sostegno all’imprenditorialità del business da parte di chi decide di vendere sesso e la differenza fra le due cose è netta.

Anche se i vari partiti sono in continuo disaccordo facciamo notare che dal 2014 ad oggi sono state presentate oltre 20 proposte da parte di tutti i partiti politici con lo scopo di superare la legge Merlin che è ancora in vigore dal lontano 1958.

Non è più come una volta che si potevano vedere ragazze per strada palesemente vittime dello sfruttamento, ora la figura sociale è ben differente, molto determinata e, cosa più importante, lo fa per scelta.

La legge Merlin è diventata un chiaro ostacolo a così detto “sex working” pur non vietando la pratica stessa a causa dell’ipotesi di reati come il favoreggiamento e l’induzione alla prostituzione.

Facciamo un esempio per farvi capire meglio, un locatario di un immobile rischia di essere perseguito penalmente per induzione o favoreggiamento alla prostituzione mentre un sito che propone annunci di escort non sono perseguibili in quanto offrono soltanto degli spazi pubblicitari a queste ragazze.

Vi sono anche alcuni tentativi a livello urbano di migliorare le cose come la sperimentazione delle così dette “zone rosse” che non hanno nulla a che vedere con il favoreggiamento per non parlare del fatto che la ragazza venga costretta, la Merlin non ha portato benefici a riguardo.

Lo abbiamo capito tutti che la prostituzione forzata non ha nulla a che vedere con il sex working ma se si inizia a parlare di misure per poterne regolamentare l’andamento è molto facile che queste due condotte vengano interpretate e, ancor più grave, vengano giudicate allo stesso modo.

Secondo molti il fatto di depenalizzare o legalizzare la prostituzione può essere un’ottimo metodo per far venire alla luce i casi di prostituzione forzata e di regolamentare quella volontaria e, oltre questo, potrebbe essere un’ottima risposta alla crisi economica, alla scarsità di lavoro per non parlare del brutto colpo che subirebbe la criminalità organizzata.

Dobbiamo principalmente chiedere alla nostra società se è pronta a depenalizzare il fenomeno sex working e capire se questo possa essere la soluzione dal male minore rispetto al cercare di estirpare il fenomeno totalmente, la prostituzione volontaria fa male a chi la esercita?

Se chiediamo un’opinione alle escort sono dell’idea che le istituzioni dovrebbero concentrarsi di più sulla protezione dello sfruttamento e della violenza più che vietare il lavoro sessuale a tutte quelle persone che lo fanno in maniera del tutto volontaria.

L’unica cosa che dovrebbe essere vista come un’ostacolo dovrebbe essere la coercizione e l’assenza dei diritti individuali della persona e non la vendita di prestazioni sessuali.

Sappiamo tutti che esistono paesi che già da molti anni hanno intrapreso la via della legalizzazione attraverso leggi studiate appositamente come la Germania oppure come la Nuova Zelanda che ha intrapreso la via della depenalizzazione.

Chiaro che questi sono due metodologie ben differenti in quanto il primo vede scendere in campo vere e proprie leggi speciali per la prostituzione come il controllo sanitario obbligatorio mentre nel secondo caso mette questo sullo stesso piano di altri lavori.

Ma esistono anche paesi che la vedono in maniera del tutto diversa e hanno incentrato le loro forze verso l’estirpazione del fenomeno come l’Islanda e la Svezia, in questi paesi il fenomeno è visto come una violenza e vengono puniti esclusivamente i fruitori del servizio.

Se guardiamo i risultati visibili, dall’entrata in vigore della legge nel 1999 a Stoccolma si è dimezzato il fenomeno delle prostitute per strada ma non è possibile controllare quelle che lo effettuano indoor e si sono moltiplicati i servizi online per il quale non esiste perseguibilità.

Anche Amnesty International è a favore della depenalizzazione e sembrerebbe che anche l’Italia tenda ad andare in quella direzione anche memore del fatto che un paese come la Germania che ha deciso di legalizzarlo si sta trovando di fronte a non pochi problemi.

In Nuova Zelanda la via della depenalizzazione sta andando molto bene, in questo paese la prostituzione è trattata al pari di tanti altri lavori senza aver introdotto alcuna legge speciale, pensate che tra non molto nascerà anche il Ministero per lo sviluppo delle pratiche sessuali.

Dalla parte opposta i proibizionisti sono convinti che il sex working possa far arrivare a delle conseguenze molto negative sullo stato di salute psicologica della persona, a tal proposito uno studio svizzero ha evidenziato che il sex worker abbia un impatto negativo sulla salute mentale delle persone che vengono coinvolte in tale pratica, comunque alla fine dovrebbe essere il popolo a decidere il da farsi.

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